Antenna ISOTRON per i 40m

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Antenna di minimo ingombro e buona efficienza adatta alle bande da 10 a 1.8 MHz.

 

 

Ciò che è importante in un’antenna è la resa di irradiazione e in questo caso la risposta è, rispetto alle dimensioni di ingombro, molto positiva.  Il principio tecnico non è poi così strano; se consideriamo un dipolo generico (fig. 1) la sua irradiazione è in pratica affidata alla capacità esistente tra i due bracci, che sono delle induttanze; se riduciamo (fig. 2) questi elementi abbiamo un circuito risonante e fin qui siamo nella descrizione classica.

 

L’antenna in oggetto è composta di questi elementi e sfrutta gli stessi principi: mancano i bracci del dipolo che sono sostituiti da una induttanza mentre la capacità è costituita dalle parti A e B(fig. 3); la corrente di risonanza compie il percorso A e B ed in questo tratto si ha lo sviluppo della irradiazione del segnale.

Quindi tale e quale al dipolo, solo che tutto è concentrato: al posto dei bracci l’induttanza L e al posto della capacità distribuita lungo tutto il braccio di ogni semidipolo, la capacità semi concentrata delle piastre A e B.

 

 

L’antenna è indicata per tutte le frequenze HF da 28 MHz a 1.8 MHz ma almeno da 28 a 10 MHz l’ingombro di un radiatore, sia dipolo che verticale, è ridotto e quindi solitamente è possibile l’installazione a misure tradizionali.

Dai 7 MHz ai 3.7 MHz e maggiormente a 1.8 MHz l’ingombro diventa importante e quindi, in molte installazioni, trovare un sistema di antenna efficiente ma di ridotto ingombro è una buona soluzione.

 

Qui sotto i piani costruttivi per un esemplare di prova funzionante (e risonante) a 7 MHz; con le stesse dimensioni di ingombro, lo si può rendere funzionante a 3.7 MHz e, credo, con un lieve aumento delle dimensioni esterne anche in 1.8 MHz; ovviamente per ogni banda andrà cambiata la bobina L .

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ANTENNA per i 7MHz - Dati e Costruzione

  

L’antenna è composta da due piastre, le piastre irradianti, piegate a 90° e le cui misure sono in fig. 4.

 

Il materiale da usare è alluminio anodizzato o anche lamierino inox.

Al centro (non è però importante che sia proprio al centro) tra le due piastre c’è la bobina di risonanza L e sul lato basso è sistemata una presa SO239 di raccordo.

La capacità tra le piastre A e B, nel prototipo, è circa 20 pF pertanto per la risonanza a 7.05 MHz è richiesta una bobina di circa 27 uH.

A questa bobina è fatta una presa di poche spire lato massa il che corrisponde all’impedenza di 500 We qui si collega la presa SO239. Tutti i dettagli di costruzione sono comunque nelle figure.

 

Tre le estremità delle piastre, ai punti a1/b1 e a2/b2 si interpone un supporto di polistirolo che tiene fissa e stabile la struttura e isola accuratamente i terminali delle piastre. L’antenna è sostenuta da un tubo di PVC pesante che ne attraversa il supporto inferiore; non essendo per niente direttiva può essere fissata solidamente una volta ottenuta la taratura.

 

 

RISULTATI  

 

L’antenna prototipo è stata in uso per circa tre settimane poi ammainata nell’imminenza di un temporale.

In questo periodo ha fornito prestazioni perlomeno sorprendenti. L’antenna di confronto è stata una G5RV installata ben più alta e con ROS terminato di 1,2.

La G5RV è alta 13 m dal suolo mentre il prototipo di antenna minima era a soli 3 m dal suolo quindi in rapporto sfavorevole.

 

Il ROS del prototipo è, quando tarata, 1,2 a 1 al picco e si mantiene entro 1,5 a 1 per circa +/-90 KHz: è un circuito ad alta capacità quindi a basso Q e questo fa supporre che la stessa dimensione sia adatta anche per 3.7 MHz dove probabilmente sarà a banda passante più stretta.

 

Ora, come sono i rapporti comparativi? In ricezione già si comporta bene e in pratica quello che si ascolta sulla G5RV si ascolta anche sul prototipo, sia DX sia europeo: la differenza tra le due antenne è mediamente di due punti, sulla scala dello Smeter, in sfavore del prototipo ma, va aggiunto che anche il rumore, il noise, il QRM scendono di due punti e quindi l’ascolto è sempre possibile.

 

In trasmissione è in pratica la stessa cosa: si perdono due punti e quindi in pratica ciò che si ascolta si può anche collegare; io ho chiamato, con i soli 100 Watt  dell’IC 735 ottenendo risposte al primo tentativo anche su alcuni "affollati" spot di isole varie.

Devo dire che i risultati mi hanno sorpreso soprattutto per la dimensione minima di questo sistema radiante: solo 0,8 metri quadrati in confronto con un dipolo di 20 metri, 29 totali la G5RV, e nel mio caso la ben differente altezza dal suolo.

C’è ancora un particolare: costruito il prototipo ho provveduto a portarlo a risonanza ma a solo un metro dal suolo ed in vicinanza di pareti; così quando l’ho alzato sul supporto ho rimisurato e la risonanza era salita a 7.4 MHz circa; allora ho interposto un accordatore ed ho provato così; ebbene anche in condizioni sfavorevoli di risonanza l’antenna ha dato ottimi risultati di ben poco inferiori alla versione successiva con risonanza raggiunta all’altezza operativa.

É quindi un’antenna affatto critica e in rapporto alle dimensioni molto efficiente

 

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Questo Articolo è apparso originariamente su Radio Kit Elettronica, 

nel fascicolo n° 12/98 a firma di Rinaldo Briatta

 

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http://www.athq.it/PC_RADIO_SOFTWARE/RADIO_PRG/ANTENNA_MINIMA/ANTENNA%20MINIMA.html

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