Misuratore RF su CAVI

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La corrente di modo comune si misura con uno strumento molto semplice, che si può autocostruire con pochissimo sforzo.

Ecco lo schema:

In pratica è un piccolo ricevitore non sintonizzato che si accoppia induttivamente alla linea di trasmissione.

Il segnale rivelato da un diodo viene immesso in un microamperometro che fornisce una stima della corrente in transito.


I componenti non sono critici: il diodo puì essere qualunque diodo a velocità abbastanza elevata, come uno al germanio o un Schotty.

Lo strumento cosòì costruito dà risposte abbastanza lineari.

Il suo scopo non è quello di fornire misure di precisione ma di saper dire se le correnti sono assenti, presenti in maniera lieve o grave.


Ecco lo strumento realizzato:



La sonda è costituita da una comune ferrite clip-on alla quale è avvolto il secondario con filo smaltato.


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ALTRE REALIZZAZIONI:

 

UN AMPEROMETRO RF

 

Progetto di un apposito strumento, che consente di rilevare con certezza l’esistenza problema e misurarne l’entità: 

 

Lo schema

L’amperometro RF è uno strumento dalla realizzazione così semplice e senza criticità da essere veramente alla portata di tutti.

 

 

Una bobina di accoppiamento (L1) si accoppia al cavo in esame formando un trasformatore in cui una spira è formata dal cavo stesso. Il diodo D1 estrae una semionda che viene mediata dal condensatore C1 e misurata dal microamperometro tramite le due resistenze R2 (fissa) e R3 variabile in serie che regolano la sensibilità dello strumento.

 

La sonda L1

La bobina L1 costituisce la “sonda” che rileva la corrente. Essa è realizzata avvolgendo dieci spire di filo smaltato su una normale ferrite clip-on per RG-213. Una delle due parti della ferrite va estratta dal suo contenitore di plastica, prestando attenzione ad evitarne la rottura, e su questa si avvolgono le dieci spire di filo smaltato:

 

 

Per realizzare l’avvolgimento è importante utilizzare cavo smaltato il più sottile possibile: infatti, se lo spessore fosse eccessivo, la ferrite  clip-on non riuscirebbe più a chiudersi correttamente sull’RG-213 e sarebbe utilizzabile solo su cavi di minore diametro.

 

Il diodo D1

Diodi adatti allo scopo sono quelli al germanio come, ad esempio, AA116 o AA119, oppure gli Schottky per piccoli segnali, come BAT-85 o 1N5711. Non sono adatti, invece, diodi al silicio come il classico 1N4148.

 

Realizzazione pratica

Una volta preparata la sonda, il circuito può essere realizzato in aria, su una mille fori o creando un piccolo stampato a seconda delle proprie capacità.

Il tutto può essere inscatolato in un contenitore plastico: è meglio evitare contenitori metallici, perché la loro massa aumenta la perturbazione che lo strumento causa quando usato per misurare le correnti in antenna.

 

 

Calibrazione

Per l’uso dello strumento non è necessaria alcuna calibrazione: infatti la radiazione di RF da parte dei cavi viene subito evidenziata dal movimento dell’ago.

E’ però possibile calibrare lo strumento in modo da poter valutare l’effettiva corrente rilevata ed avere così anche un riscontro quantitativo. La calibrazione si esegue usando una corrente di riferimento la cui entità sia nota.

La tecnica più semplice consiste nel prendere un corto coassiale terminato da due PL modificato in modo che per un tratto di tre o quattro centimetri, calza e centrale viaggino su percorsi separati.

 

 

Si collega un PL ad un apparato, l’altro PL ad un carico fittizio e si chiude la ferrite sul centrale o sulla calza, assicurandosi che ne includa solo uno dei due. 

Si regola l’apparato su una potenza bassa, ad esempio 2.5W, si imposta la modalità CW o FM e si trasmette. Quindi si regola il potenziometro finché l’ago non segna 100.

Tramite la legge di Ohm, I=√(P/R), conoscendo la potenza utilizzata, 2.5WRMS e il carico, 50Ω, si ottiene il valore della corrente: IRMS = √(2.5/50) = 223mARMS. 

Essendo lo strumento sufficientemente lineare, ad una lettura di 50 corrisponderà una corrente di circa 111.5mARMS.

Nell’eseguire la calibrazione, si tenga presente che il fondo scala varia man mano che si sale in frequenza, specialmente quando ci si avvicina alle VHF.

Per cui, per una lettura accurata, è necessario rilevare le regolazioni per il fondo scala su ciascuna banda. Lo strumento lavora anche in 70cm, sia pur con una sensibilità notevolmente ridotta; nelle bande sopra i 100MHz, però, il cavo coassiale modificato per le misure introduce un tale disadattamento da rendere impossibile la calibrazione con questo metodo.

 

Come eseguire le misure

Per eseguire una misura, si regola lo strumento in modo che il fondo scala sia a 2.5W o 5W su 50Ω e si chiude la ferrite sul cavo da verificare, assicurandosi che sia ben serrata. Quindi si va in trasmissione e si fa scorrere la ferrite lungo il cavo fino a trovare la corrente massima, condizione che si ripete ogni mezz’onda.

 

 

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